PROGETTO EDUCATIVO
REGOLAMENTO CASA ORIENTAMENTO FEMMINILE
PREMESSE
Le tre parole chiave con le quali Adele Bonolis ha intitolato la sua opera e che ci sono state tramandate come eredità carismatica ed operativa sono: CASA e ORIENTAMENTO, oltre alla forse più scontata FEMMINILE.
CASA invece di comunità, struttura, centro o qualsiasi altra denominazione tipica di opere simili.
Forse perché Adele Bonolis era solita affermare che “per accogliere non basta dare solo da mangiare”.
Casa, per indicare un luogo dove sia possibile riconoscere un’appartenenza di tipo familiare ed affettivo, dove ci si possa sentire a proprio agio, accolti ed accettati per quello che si è, dove sia data attenzione e sia considerata ogni singola persona.
Casa dove si possa conoscere e riconoscere per crescere.
Casa come luogo di convivenza tra le diversità (età, nazionalità, condizione di provenienza), convivenza non strutturata in modo rigido, burocratico e formale, ma secondo regole e secondo un indirizzo pedagogico proprio, trasmesso tramite la relazione e l’esempio.
Casa come luogo di unità, di confronto, di scontro, di cambiamento, di condivisione delle responsabilità.
Casa come luogo dove rifugiarsi ed essere protette, ma anche base per aprirsi all’esterno e proiettarsi in un futuro indipendente.
ORIENTAMENTO
Ci si deve orientare quando ci si è persi o quando si vuole raggiungere una meta; per orientarsi occorre prime di tutto capire dove ci si trova e poi individuare la direzione da percorrere attraverso dei parametri di riferimento stabili ed essenziali.
In queste due parole è implicito tutto il programma della COF, sia per quanto riguarda i compiti e le finalità dell’opera del personale, che le basi per formulare i programmi per le ospiti.
Quello che segue è un tentativo di dare forma a questa eredità senza la presunzione di esaurirla.
E’ aggiungere un pezzo al lavoro che è stato svolto in tutti questi anni e che ancora si evolverà, come tutto ciò che rimane vivo.
Una casa, per essere tale e per poter avere la funzione di orientare deve avere in sé una filosofia educativa che comprenda una parte molto accogliente, rivolta alla cura e al “perdono”, e una parte più normativa, costituita da regole e da comportamenti ritenuti indispensabili per fornire le basi di una convivenza (regolamento interno), senza per questo prefissare indicazioni, stili di vita o progetti precostituiti per il futuro.
LE FASI DI ORIENTAMENTO
E’ l’ospite che chiede di essere accolta e quindi deve essere cosciente che aderire ad un processo di orientamento finalizzato all’autonomia è una condizione necessaria per la permanenza in comunità.
L’autonomia è un processo graduale ed aumenta man mano che la persona acquisisce gli strumenti per orientarsi all’interno ed all’esterno della casa.
Le fasi non sono rigidamente prefissate ma dipendono dai tempi della persona e devono essere caratterizzate dal dialogo e dalla verifica costante con chi è identificato idoneo all’interno del personale.
PRIMA FASE “ACCOGLIENZA”
Questa prima fase è finalizzata a permettere alla persona di incominciare ad ambientarsi all’interno della casa, di capire che cosa le è successo e dove è arrivata, di riprendersi fisicamente dai traumi e dalla stanchezza ed iniziare a tranquillizzarsi.
Questo tempo serve per fare chiarezza della situazione: denunce, rapporti in sospeso con l’esterno, ecc.
In questi giorni l’ospite non può uscire all’esterno se non accompagnata dal personale per incombenze necessarie, per il resto del tempo viene lasciata tranquilla e in camera da sola se lo desidera, non chiedendole nessuna attivazione.
E’ inoltre obbligatorio sottoporsi agli accertamenti sanitari necessari per escludere patologie infettive rischiose per la vita di comunità.
SECONDA FASE “INSERIMENTO”
Dopo 15 giorni viene chiesto all’ospite se vuole rimanere nella casa e le si spiega che la sua permanenza sarà possibile solo se accetterà di aderire al regolamento interno ed alle fasi del programma, condizioni che le norme vigenti danno come premesse per la concessione del permesso di soggiorno.
Questa fase è prevalentemente interna ed ha le seguenti finalità:
1. Dare il tempo per una rielaborazione delle esperienze e dei traumi precedenti.
2. Ottenere i documenti necessari per la continuazione del programma ( Permesso di soggiorno,codice fiscale, libretto sanitario, iscrizione alle liste di collocamento, ecc.).
3. Osservazione da parte del personale preposto e valutazione delle capacità di tenuta rispetto al programma di inserimento, delle capacità di integrazione nella casa e di responsabilizzazione nel laboratorio di lavoro, di collaborazione nella gestione della casa.
4. Fare emergere le aspettative personali volte alla formulazione del progetto futuro (lavoro o scuola).
5. Acquisire capacità lavorative ed adattarsi agli orari prefissati.
6. Instaurare rapporti di fiducia con le altre ospiti e con il personale.
7 . Iniziare a frequentare il corso di alfabetizzazione, qualora necessario.
Concretamente in questa fase vengono adottati i seguenti passi:
- inserimento nel turno dei piatti
- inserimento nel laboratorio con gli orari prefissati
- non è possibile uscire se non accompagnate dal personale
TERZA FASE “PRIME USCITE”
L’ospite nella maggioranza dei casi è ancora in attesa dei documenti che le permetteranno di lavorare. In questa fase l’ospite trascorre la maggior parte del suo tempo all’interno della casa, ma deve iniziare ad uscire in modo graduale e guidato, dopo l’orario del laboratorio, il sabato e la domenica ( non ancora alla sera), rispettando l’orario di rientro per la cena.
L’uscita è sempre subordinata all’autorizzazione della direttrice.
Questa fase va preceduta da un lavoro di rete di conoscenza di associazioni, gruppi sportivi, ricreativi ed altro dove poter inserire le ospiti a seconda dei loro interessi.
QUARTA FASE “INSERIMENTO LAVORATIVO”
L’ospite, ottenuti i documenti necessari, qualora non abbia deciso di proseguire gli studi, viene accompagnata alla ricerca e nell’inserimento lavorativo.
Viene aperto un conto in banca con il primo stipendio per favorire l’educazione all’uso del denaro.
L’ospite può iniziare ad uscire anche alla sera solo dopo aver presentato alla Direttrice le persone con le quali intende uscire, se esterne o sconosciute alla comunità. Deve sempre chiedere il permesso di uscire e rispettare l’orario di rientro serale.
QUINTA FASE “SEMIAUTONOMIA O AUTONOMIA”
In questa fase si può attuare il graduale distacco dalla casa ed il reinserimento anche abitativo delle persone che hanno raggiunto una buona maturità e capacità di autogestione, attraverso il reperimento di soluzioni abitative indipendenti.
L’autonomia viene attuata con modalità e tempi diversificati in relazione al programma, alle caratteristiche, ai bisogni ed alle difficoltà di separazione che intervengono.